L’esperienza del corso è stata davvero positiva. Innanzitutto per un motivo pratico, ma non per questo da sottovalutare: sono tornato a scrivere, a mettere le idee su un foglio bianco (nonostante dopo abbia digitalizzato il tutto). Il riprendere a scrivere mi ha fatto bene, mi ha ricordato il piacere di farlo, ha di nuovo annullato la pigrizia accumulata nella mano dopo lunga inattività, poiché il solo prendere appunti non necessita di collegare veramente il cervello ed il cuore alla mano.
Gli aspetti positivi poi si riscontrano nella scoperta di tante funzioni della rete poco conosciute, nonostante fossero a portata di mano. Lo stesso blog si è rilevato un mezzo utile, semplice da utilizzare e creare seguendo il proprio senso estetico e le proprie idee; e poi Delicious, Medwiki, il MIT, ma sarebbe impossibile fare un elenco. Questo perché la cosa più importante che ho imparato, è che la rete è dinamica, è una continua scoperta, un continuo aiuto.
Come è possibile questo progredire dell’efficienza? Con la collaborazione, la cooperazione, lo scambio di idee e consigli, ovvero l’interazione trai miliardi di abitanti del mondo che internet ha permesso di realizzare, abbattendo le barriere della distanza.
Trovare aspetti negativi diventa quindi difficile: forse il problema è che questo “orticello” di connessioni necessita tempo e attenzioni costanti, cose che la quotidianità della vita risucchia via sempre in maggior quantità, tanto da spegnere un sacco di “Vorrei…” che si pronunciano quando ci si ferma a riflettere…
Spero vivamente di continuare a vedere la rete sotto questa luce ed anche grazie ad essa imparare a ritagliare del tempo per la mia creatività e per realizzare almeno qualcuno dei miei “Vorrei”. In fondo la follia di cui ho parlato consiste anche nel non vivere nei rimpianti :)
Gli aspetti positivi poi si riscontrano nella scoperta di tante funzioni della rete poco conosciute, nonostante fossero a portata di mano. Lo stesso blog si è rilevato un mezzo utile, semplice da utilizzare e creare seguendo il proprio senso estetico e le proprie idee; e poi Delicious, Medwiki, il MIT, ma sarebbe impossibile fare un elenco. Questo perché la cosa più importante che ho imparato, è che la rete è dinamica, è una continua scoperta, un continuo aiuto.
Come è possibile questo progredire dell’efficienza? Con la collaborazione, la cooperazione, lo scambio di idee e consigli, ovvero l’interazione trai miliardi di abitanti del mondo che internet ha permesso di realizzare, abbattendo le barriere della distanza.
Trovare aspetti negativi diventa quindi difficile: forse il problema è che questo “orticello” di connessioni necessita tempo e attenzioni costanti, cose che la quotidianità della vita risucchia via sempre in maggior quantità, tanto da spegnere un sacco di “Vorrei…” che si pronunciano quando ci si ferma a riflettere…
Spero vivamente di continuare a vedere la rete sotto questa luce ed anche grazie ad essa imparare a ritagliare del tempo per la mia creatività e per realizzare almeno qualcuno dei miei “Vorrei”. In fondo la follia di cui ho parlato consiste anche nel non vivere nei rimpianti :)
I modi per mitigare ed educare all’uso della rete esistono ma non sono ben sfruttati. Soprattutto la scuola, il luogo più importante dopo la famiglia, in cui dovremmo apprendere tutto ciò che ci sarà utile nel corso della nostra vita, snobba i privilegi della rete. Ecco uno dei punti che riesce a farmi cadere in un pessimismo cosmico, anzi apocalittico. Ripeto: questo pessimismo non deve comunque essere fine a se stesso. Sguazzando nelle istituzioni scolastiche italiane e venendo a contatto anche con altre realtà europee e non, la situazione mi pare critica. Non solo per la ricerca, che effettivamente è abbandonata a se stessa, ma è proprio il modo di porsi della scuola verso i ragazzi che pare sbagliato e toglie fiducia.
Da chi può essere la colpa? Studenti troppo lamentosi, professori inutili e giurassici, sistema scolastico da buttare?
E’ vero che la tendenza alle lamentele non ci manca, ma per una volta voglio escludere gli scolari, poiché spesso, professori e scuola fanno a “scarica barile” di colpe su questi. In realtà ci vorrebbe un bel cambiamento radicale: tutto perché non c’è il volere di adeguarsi all’evolversi del mondo e della sua mentalità. La scuola e l’università sembra voler restare il vecchio fortino medievale in cui s’impara a pappagallo quello che il prof spiega; ed è importante farlo alla lettera poiché per narcisismo ed egocentrismo molte volte i professori vogliono sentirsi ridire esattamente quello che hanno detto, giusto o sbagliato che sia. Conseguenze? Interesse cala sotto zero, l’istruzione diventa una costrizione, un impegno gravoso e la serenità all’interno del fortino ne risente. I passi successivi sono evidenti: poco impegno, stress, mancanza di rapporti pacifici coi professori etc… I programmi sono enormi, coprono un lasso temporale infinito e naturalmente tendono a trascurare le cose più recenti per seguire una tabella di marcia. Beh io credo servirebbe molto di più avere strumenti per inserirsi meglio nel nostro presente. Poi c’è la vera oppressione degli studenti: il voto. Capisco che una qualsiasi valutazione debba esserci, ma il poco tempo condiziona troppo. Alcuni prof si ostinano a dire “non concentratevi sul voto, l’importante è capire”. Belle parole ma mi chiedo se anche loro credano veramente a quello che dicono. Certo quindi rallegrarsi della propria istruzione in un contesto del genere non è facile.
Fortunatamente le risorse della rete si stanno lentamente infiltrando nel fortino scolastico seppur incontrando difficoltà e resistenze. In prima linea a difendere il forte ci sono i professori, soprattutto i più anziani. Il loro opporsi alla rete nasce principalmente dall’ignoranza che hanno di essa e dalla conseguente paura. Quindi nessun supporto visivo, nessuna slide, nessun aiuto digitale che vada oltre lo scrivere un compito in classe a PC (solo per evitare eventuali “professore cosa c’è scritto qua?”). Fortunatamente almeno lo studio di una lingua straniera sembra essersi indirizzata verso una cooperazione più stretta con le risorse della rete. Per il resto siamo in alto mare; spero ci sia una crescita esponenziale anche in questo ambito!
Purtroppo la vecchia generazione molte volte non accetta di dover imparare dalla nuova, convinti che il maggior tempo di vita dia loro l’autorizzazione a redarguire ed insegnare gli altri.
Mio padre era così: i primi tempi erano davvero difficili. Ogni qual volta mi vedeva seduto davanti allo schermo, si innervosiva e mi ripeteva che mi sarei “rincitrullito” a star sempre lì e che quella scatola serve solo per giochini stupidi. Non mi sono arreso, ho cercato di fargli comprendere quanto quella scatola fosse solo un portale sul mondo e quante risorse avesse dentro di sé anche per aiutarlo nel lavoro. Infatti, piano piano ne ha apprezzato i vantaggi ed ora internet è fondamentale per le sue ricerche e per il suo lavoro, tanto che a volte sono io a prenderlo simpaticamente in giro: “sei sempre lì davanti allo schermo?ihihihi”. E’ così che credo dovrebbe andare. Io ho insegnato il valore della rete a mio padre, lui mi ha comunque fatto capire di non restare schiavo del mondo virtuale. Vecchia e nuova generazione possono e devono interagire in maniera biunivoca, è questo il modo per rendere ancora più esponenziale la nostra curva esponenziale!!
Entriamo in argomento tecnologico: l’era di internet, della comunicazione veloce, delle risorse aperte a tutti, è davvero esplosa e devo dire di averla vissuta profondamente. Sarò un tantino troppo aggrappato ai ricordi, ma il mio vecchio primo PC è ancora in camera mia a “rubar spazio” (come suol dire mia madre) . Nonostante le sollecitazioni a “portarlo al posto che merita” (il cestino) continuo a lasciarlo lì sulla scrivania e sono riuscito a trovargli un nuovo impiego come “attacca-vestiti”. In quel PC ho imparato i rudimenti di questa nuova tecnologia e mi rendo conto che lo sviluppo è stato davvero esponenziale, come il prof suggeriva nel testo, e sembra non avere intenzione di rallentare.. Anzi credo (e spero) che questo boom non sia altro che un nuovo periodo nel quale covano altri progetti e sviluppi che porteranno la curva esponenziale ad una nuova impennata. Ogni periodo è fondamentale: pure il Medioevo da qualcuno erroneamente chiamato il “periodo buio” è stato una tappa decisiva per tutta l’umanità. Ma torniamo a concentrarci su tutto quello che ruota attorno alla rete che va oltre quello che è la rete stessa. Come ci poniamo di fronte ad essa? Ottimisti o pessimisti?. Il professore con le sue storie e metafore ha aggiunto dei sassolini alla mia bilancia ed ecco che adesso è leggermente ottimista. Perché?
Perché “l’orto” della rete se coltivato adeguatamente fornisce risorse illimitate, che mettono in contatto con persone con gusti e opinioni affini che magari non avremmo mai incontrato nella nostra vita.
Perché forse è il luogo dove la libertà di opinione prende davvero il senso utopico che gli attribuiamo.
Ma ci sono così tanti vantaggi che è un piacere scoprirli navigando nel web, gettando via la bussola, lasciandoci solamente trasportare dai venti.
Gli svantaggi però ci sono e sono evidenti. Lo stesso altissimo grado di libertà di espressione può ritorcersi contro. Inoltre generazioni più giovani trovano materiale non adatto alla loro età con un solo click, perdono più tempo davanti lo schermo che fuori all’aria aperta., sostituiscono la loro vita con quella virtuale, ed instaurano più rapporti indiretti rispetto al semplice trovare amicizie per strada o in locali.
Sono comunque rischi che le potenzialità benefiche della rete può “permettersi” di correre, ma che non deve trascurare
Nel presentarci il suo assignment numero 4, il professore ci ha consigliato di tentare una riflessione “di pancia”, esule da virtuosismi ed attenzioni tipicamente scolastiche.
Credo che in questo modo ci abbia lanciato una bella sfida e che egli stesso sappia che non è facile per uno studente italiano uscire dagli schemi che la scuola ci ha impiantato in testa. Ma la sfida rende tutto più interessante, difficile, stimolante, quindi non mi resta che provarci. Spero professore, che mi indichi lei stesso se ci sarò riuscito, dove ci sarò riuscito e chi tra noi due abbia vinto questa “sfida” :)
Voglio partire dai commenti lasciati da tanti studenti e non. Non è passato inosservato il tanto pessimismo che è uscito fuori, moderato solamente da qualche inguaribile ottimista. Questo mi ha fatto innanzitutto riflettere su che tipo di persona sono. Da che parte pende la bilancia dei miei pensieri? Una persona vedendomi e leggendo quello che scrivo mi catalogherà come ottimista o pessimista?
Ragioniamoci su. Una cosa che amo della casa in cui vivo è la luminosità e la continua presenza di specchi. Credo sia sempre una cosa positiva potersi guardare allo specchio da vari punti di vista e ogni volta si vuole. Lei professore, parlava di come le hanno insegnato che è necessario imparare a parlare con le piante poiché danno segni dei loro bisogni. Anche imparare a comunicare col proprio corpo è importante e gli specchi mi aiutano in questo. Ad esempio posso notare un po’ di “borse” sotto gli occhi e capisco che ho bisogno di riposo. Insomma sulle prime lo specchio sembra riflettere un me stesso solare, vivace, allegro, ben disposto verso il mondo. Eppure molte volte tendo a vedere il peggio in ciò che mi circonda. Possibile causa? Magari l’istruzione.
Giacomo Leopardi diceva che l’ignoranza è la maggior sorgente di felicità e pure Giordano Bruno suggeriva che essa fosse madre della felicità e beatitudine sensuale. Purtroppo non posso che essere d’accordo. Non fraintendetemi, non vorrei mai essere vuoto come una zucca, anzi sono fiero delle mie conoscenze e so che esse rendono fiere le persone che mi sono vicine. Certamente come ogni cosa ha i suoi svantaggi. Uno di questi sicuramente è il non poter far finta che alcune poche non esistano, cosa che invece l’ignoranza ti permette alla perfezione! Resta comunque improduttivo far finta di nulla. Ignorare dunque non serve, lamentarsi neppure, auto convincersi che tutto vada per il verso giusto nemmeno. Ebbene? Ebbene Aristotele ci aveva azzeccato di nuovo insegnandoci a ricercare il “giusto mezzo”. Non mi ritengo così saggio (troppi pochi anni e nemmeno un po’ di lunga e folta barba bianca! XD ) da applicare questa filosofia. L’impulsività e l’umore condizionano notevolmente. Tutto questo per dire che le riflessioni che sto per affrontare sono sicuro mi porteranno a tendere verso un tono polemico e scettico (come molti altri), altre volte verso un entusiasmo contagioso, ma non voglio restare imprigionato in un rigido schema pessimista-ottimista. Trai due scelgo di stare nel mezzo: un ottimista ignora i problemi, un pessimista ci affoga dentro; no meglio “rubare” da entrambi :)
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Le potenzialità educative e di apprendimento della rete sono davvero eccezionali, sono a portata di tutti, ma qualcuno non vuole o non sa usarle. Per quanto mi riguarda, sono ormai anni che abbraccio e coccolo il mio PC! Gli devo molti favori e mi ha chiarito così tanti dubbi!
Innanzitutto Internet non è solo Wikipedia come molti pensano. A volte sono necessari chiarimenti, spiegazioni semplici, che una enciclopedia virtuale (ma pur sempre enciclopedia) non può darti. Mi spiego meglio: prendiamo ad esempio un servizio secondo me incredibile: Yahoo Answer. Ormai sono convinto contenga qualsiasi risposta possibile, tanto da indurmi ben presto a domandargli quale sia il senso della vita e altri quesiti filosofici simili. Digressioni a parte, in ambito scolastico chiedere spiegazioni o cercare risposte per dubbi simili ai nostri, rappresenta un buon metodo per chiarirsi le idee. Cercare un parere diverso dal proprio professore o comunque parlare con un proprio coetaneo, risulta molto proficuo: si ottengono spesso spiegazioni più semplici ed intuitive e si superano difficoltà fino a lì insormontabili. Pensare solo in ambito scolastico sarebbe comunque riduttivo: cerco un file, non conosco una ricetta, cerco consigli su oggetti, vestiti, utensili … insomma è anche un semplice chiedere “tu cosa ne pensi?” ad altri.
Poi c’è il passo successivo: video tutorial e video lezioni perché, molte volte, la dimostrazione pratica vale più di mille parole!
Ricordo un piccolo aneddoto curioso che mi riguarda. Dovevo indossare una cravatta e nonostante sforzi e spiegazioni familiari non riuscivo ad arrivare a nulla. Ecco che in un attimo digitai “fare nodo cravatta” su Youtube e comparve un tutorial con tanto di spiegazione visiva passo passo : dopo pochi minuti completai il mio primo nodo!
E le applicazioni sono infinite: alcune ragazze imparano a truccarsi, alcuni video mostrano come usare programmi informatici e molte altre cose ancora.
Per quanto riguarda le storie che il professore ci ha illustrato, le ho trovate molto interessanti e mi hanno permesso anche di inciampare per caso in qualcosa che già stavo ricercando e mi aveva positivamente colpito. Infatti non molto tempo fa, mi ritrovai ad assistere ad una lezione di ingegneria in Morgagni, in particolare era una lezione di fisica. Niente di nuovo, pensai, ed immaginavo solite facce assenti degli studenti ed aule vuote. Con mia sorpresa piano piano l’aula cominciò a riempirsi ed addirittura venne ingaggiata una “sfida” di velocità per gli ultimi posti rimasti. Ben presto capii che non si trattava del solito tipo di lezione: il professore lasciava guardare su un maxi pannello le lezioni del professor Walter Lewin del Massachusetts Institute of Technology (MIT) : un personaggio incredibile con carisma, ironia, definito la nuova superstar della fisica.
Il suo metodo si basa sulla sfida ai suoi interlocutori, sull’esperimento, sul riprodurre le situazioni che normalmente vengono studiate solo teoricamente. Il suo modo di fare riesce ad attrarre l’attenzione degli studenti e ne risente la partecipazione e l’apprendimento che risultano migliori.
Dopo questi filmati lo stesso professore di ingegneria commentava gli esperimenti e si avvaleva delle esibizioni del prof. Lewin per catturare anch’egli l’attenzione degli studenti. Davvero un modo intelligente di sfruttare le risorse della rete. Consiglio a tutti di dare un’occhiata a qualche lezione su Youtube!
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Ho cominciato a giocherellare con PubMed ed ammetto di essermi inizialmente lamentato: anche io ho esclamato “ah ma è tutto in inglese” XD. Niente di particolare, solito bagaglio di pigrizia che mi porto sulle spalle. Ma dopo questo primo approccio, ho ritenuto utile avere finalmente nuovi modi per riprendere confidenza con l’inglese. Non è mai facile avere occasioni di esercitarsi, parlare e scrivere in inglese ed ho il terrore piano piano di dimenticarlo!!!
Digressioni a parte, ho iniziato a giocherellarci iniziando con cose generiche, malattie “famose”, curiosità particolari. Ho deciso poi di parlare su questo blog di un argomento che in questi anni mi ha molto colpito, anzi direi scosso. La passione per il calcio ed in particolare per la Fiorentina, ha evidenziato come anche per gli sportivi i pericoli siano dietro l’angolo. E’ il caso di Stefano Borgonovo, attaccante nato a Giussano il 17 marzo 1964. Colpito dalla SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, si trova adesso paralizzato su una sedia a rotelle, ma non ha smesso di vivere, lottare, aiutare gli altri. La “bastarda”, la “stronza”come a volte ha lui stesso indicato questa malattia nota anche come morbo di Lou Gehrig, ha la "fama" di comparire prevalentemente in ex-calciatori italiani. E’ una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. Il rischio di contagio aumenta per calciatori che hanno smesso la propria attività da 5 anni, per centrocampisti e per coloro che sono stati ingaggiati a partire dal 1980. Inoltre è significativo constatare che il rischio di ammalarsi è quasi nullo in giocatori di pallacanestro e ciclisti, il che dimostra che la malattia non dipende dalla sola attività fisica. (PubMed)
Alcune delle ipotesi che potrebbero legare la Sla con la pratica del gioco del calcio potrebbero essere: una troppo vigorosa attività agonistica, specifici traumi o microtraumi calcistici, uso di sostanze illegali (doping o integratori), esposizione a pesticidi particolari usati nei campi di calcio. (PubMed)
I dati sono davvero significati e fanno riflettere: per quanto le cause siano sconosciute, probabilmente però ognuna delle ragioni citate può essere vera; basti pensare al ritmo sostenuto dai calciatori,quasi disumano, con una partita ogni due/tre giorni; poi ci sono allenamenti intensi, infortuni e recuperi lampo.
E’ fondamentale continuare la ricerca per tentare di trovare una cura a questa orribile malattia e per questo è encomiabile quello che la fondazione Stefano Borgonuovo sta facendo. Spero davvero che questa associazione, andando a portare un calcio sano in giro per gli stadi, riesca davvero a cambiare qualcosa.
Digressioni a parte, ho iniziato a giocherellarci iniziando con cose generiche, malattie “famose”, curiosità particolari. Ho deciso poi di parlare su questo blog di un argomento che in questi anni mi ha molto colpito, anzi direi scosso. La passione per il calcio ed in particolare per la Fiorentina, ha evidenziato come anche per gli sportivi i pericoli siano dietro l’angolo. E’ il caso di Stefano Borgonovo, attaccante nato a Giussano il 17 marzo 1964. Colpito dalla SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, si trova adesso paralizzato su una sedia a rotelle, ma non ha smesso di vivere, lottare, aiutare gli altri. La “bastarda”, la “stronza”come a volte ha lui stesso indicato questa malattia nota anche come morbo di Lou Gehrig, ha la "fama" di comparire prevalentemente in ex-calciatori italiani. E’ una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria. Il rischio di contagio aumenta per calciatori che hanno smesso la propria attività da 5 anni, per centrocampisti e per coloro che sono stati ingaggiati a partire dal 1980. Inoltre è significativo constatare che il rischio di ammalarsi è quasi nullo in giocatori di pallacanestro e ciclisti, il che dimostra che la malattia non dipende dalla sola attività fisica. (PubMed)
Alcune delle ipotesi che potrebbero legare la Sla con la pratica del gioco del calcio potrebbero essere: una troppo vigorosa attività agonistica, specifici traumi o microtraumi calcistici, uso di sostanze illegali (doping o integratori), esposizione a pesticidi particolari usati nei campi di calcio. (PubMed)
I dati sono davvero significati e fanno riflettere: per quanto le cause siano sconosciute, probabilmente però ognuna delle ragioni citate può essere vera; basti pensare al ritmo sostenuto dai calciatori,quasi disumano, con una partita ogni due/tre giorni; poi ci sono allenamenti intensi, infortuni e recuperi lampo.
E’ fondamentale continuare la ricerca per tentare di trovare una cura a questa orribile malattia e per questo è encomiabile quello che la fondazione Stefano Borgonuovo sta facendo. Spero davvero che questa associazione, andando a portare un calcio sano in giro per gli stadi, riesca davvero a cambiare qualcosa.
La marea di social network sta diventando sempre più ampia assumendo le proporzioni di uno tsunami pronto ad allagare il web! Non che tutti siano spazzatura, anzi la maggior parte ha alla base una idea semplice, utile ed efficace molto rilevante per migliorare le interazioni tra navigatori della rete. Altri sono imitazioni, copie create in un tentativo di far soldi o sentirsi apprezzato. Inoltre anche il web sembra soggetto alle leggi della moda: un anno spopola Netlog, poi un altro (con conseguenti migrazioni anzi esodi di massa) e per adesso sembra essersi stabilizzata l’era Facebook in attesa di qualcos’altro.
FACEBOOK appunto raccoglie la maggior parte dei navigatori del web. Personalmente non mi piace, mi annoia e non riesce a farmi passare del tempo. Sono comunque, volente o nolente, un assiduo frequentatore poiché tutti lo usano, tutti si organizzano lì, quindi mi trovo costretto a dedicargli almeno 5-10 minuti al giorno.
TWITTER conosco molta gente che ne è veramente innamorata. Non mi è mai balenata in testa l'idea di iscrivermi forse perchè non mi interessano altri social network, è già poco gratificante seguire facebook. Nella Home di Twitter però è apparsa per caso la citazione di un utente che mi ha fatto riflettere: "Facebook is for people you go to school with. Twitter is for people you wish you went to school with.". Credo quindi che gli darò presto un'occhiata :)
ANOBII non lo conoscevo, sono quindi passato a curiosare. Sembra davvero impostato in maniera semplice e pratica ed è un buon veicolo di interazione per chi vuol leggere ed avere dibattiti su libri. Nonostante salvaguardi un bel po’ di alberi dall’essere abbattuti, non riesco a concentrarmi su una lettura fissando lo schermo del PC; ciò non mi permette di sfruttare al meglio le potenzialità del social network.
SCRIBD anch’esso sconosciuto, trovo sia davvero ottimo! Mi piace molto l’idea di poter raccogliere quello che si scrive ed esporlo al pubblico del web. Interessantissimo!
YOUTUBE è ormai un mito. Filmati stupidi, divertenti, scene tra amici, repliche partite e serie tv, video musicali etc … Davvero multi-funzionale!
DOTSUB servizio che ho già imparato ad usare. Davvero utile soprattutto per chi come me ama seguire anime e manga in tempo reale senza attendere traduzioni e quindi necessita di subbarli per renderli comprensibili per sé e per gli altri.
FLICKR anche Flickr è stato già ampiamente sperimentato. Raccoglie foto, trova foto e permette di creare interessanti slide animate. Molto utile e carino.
STUMBLEUPON molto ben organizzato per la ricerca per argomenti.
DEVIANTART mi hanno più volte suggerito di unirmi e condividere qualche lavoro, ma non sono così esperto e preferisco graficare più per divertimento e per passare il tempo che per far vedere agli atri cosa creo. E’ comunque un buonissimo social network e permette di trovare interessanti immagini e idee da sfruttare.
TAKINGITGLOBAL ho curiosato all’interno e devo dire che è tutto organizzato molto bene, in maniera ordinata e precisa. Inoltre il fine prefissatosi da questo social network è davvero encomiabile. Certo ha ragione il professore dicendo che ci vuole tempo, cosa che purtroppo sembra mancare sempre più.
MYSPACE non ha mai attirato la mia attenzione anche se tempo fa quasi tutti possedevano un loro spazio. Ha comunque trovato la sua utilità soprattutto in ambito promozionale per gruppi emergenti o eventi particolari.
FACEBOOK appunto raccoglie la maggior parte dei navigatori del web. Personalmente non mi piace, mi annoia e non riesce a farmi passare del tempo. Sono comunque, volente o nolente, un assiduo frequentatore poiché tutti lo usano, tutti si organizzano lì, quindi mi trovo costretto a dedicargli almeno 5-10 minuti al giorno.
TWITTER conosco molta gente che ne è veramente innamorata. Non mi è mai balenata in testa l'idea di iscrivermi forse perchè non mi interessano altri social network, è già poco gratificante seguire facebook. Nella Home di Twitter però è apparsa per caso la citazione di un utente che mi ha fatto riflettere: "Facebook is for people you go to school with. Twitter is for people you wish you went to school with.". Credo quindi che gli darò presto un'occhiata :)
ANOBII non lo conoscevo, sono quindi passato a curiosare. Sembra davvero impostato in maniera semplice e pratica ed è un buon veicolo di interazione per chi vuol leggere ed avere dibattiti su libri. Nonostante salvaguardi un bel po’ di alberi dall’essere abbattuti, non riesco a concentrarmi su una lettura fissando lo schermo del PC; ciò non mi permette di sfruttare al meglio le potenzialità del social network.
SCRIBD anch’esso sconosciuto, trovo sia davvero ottimo! Mi piace molto l’idea di poter raccogliere quello che si scrive ed esporlo al pubblico del web. Interessantissimo!
YOUTUBE è ormai un mito. Filmati stupidi, divertenti, scene tra amici, repliche partite e serie tv, video musicali etc … Davvero multi-funzionale!
DOTSUB servizio che ho già imparato ad usare. Davvero utile soprattutto per chi come me ama seguire anime e manga in tempo reale senza attendere traduzioni e quindi necessita di subbarli per renderli comprensibili per sé e per gli altri.
FLICKR anche Flickr è stato già ampiamente sperimentato. Raccoglie foto, trova foto e permette di creare interessanti slide animate. Molto utile e carino.
STUMBLEUPON molto ben organizzato per la ricerca per argomenti.
DEVIANTART mi hanno più volte suggerito di unirmi e condividere qualche lavoro, ma non sono così esperto e preferisco graficare più per divertimento e per passare il tempo che per far vedere agli atri cosa creo. E’ comunque un buonissimo social network e permette di trovare interessanti immagini e idee da sfruttare.
TAKINGITGLOBAL ho curiosato all’interno e devo dire che è tutto organizzato molto bene, in maniera ordinata e precisa. Inoltre il fine prefissatosi da questo social network è davvero encomiabile. Certo ha ragione il professore dicendo che ci vuole tempo, cosa che purtroppo sembra mancare sempre più.
MYSPACE non ha mai attirato la mia attenzione anche se tempo fa quasi tutti possedevano un loro spazio. Ha comunque trovato la sua utilità soprattutto in ambito promozionale per gruppi emergenti o eventi particolari.
Innanzitutto devo dire che ho trovato molto interessante l’articolo sulla folksonomia e non immaginavo esistesse addirittura un termine per descrivere questa categorizzazione di informazioni. Dovevo aspettarmelo comunque: ormai qualunque cosa deve essere in qualche modo indicizzata per apparire comprensibile (a volte esagerando) ed altrettanto ovviamente i nuovi vocaboli diventano sempre più “inglesi” anche nella loro traduzione.
Detto questo, la “storia” del tentativo di catalogare le informazioni su internet per un certo verso sottolinea come la genialità, l’apprendimento, l’efficacia, molte volte risiede più nel caos che nell’ordine rigoroso.
Yahoo, molto diligentemente e in maniera accademica, ha cercato di catalogare tutto in base a precisi criteri. L’intento era buono, ma forse non davvero efficace come si potrebbe pensare. Questo modo di agire è molto limitante ed anche soggettivo a volte, e non è risultatorisolutivo. In un certo senso è come cercare di studiare la lingua italiana da un vocabolario: nonostante l’ordine alfabetico permetta di ricercare vocaboli in fretta, sicuramente l’esperienza nell’uso di una frase permette di imparare più velocemente ed in maniera migliore più parole nonostante non comincino tutte con la “A”. Il nostro cervello necessita di fare collegamenti, confronti, balzare da un argomento ad un altro rapidamente. Un buon studio dovrebbe permettere associazioni rapide e logiche e non il caro “ripetere a pappagallo” molto citato dai professori!
Google ha capito che l’ordine rigoroso non è funzionale ed ha lasciato che il caos proliferasse per poi ordinarlo! Geniale no? Anche perché il tipo di ricerca è cambiato: non si cercano solo parole, concetti, definizioni (alle quali una semplice enciclopedia può rispondere) ma bensì pareri, consigli, confronti con altri utenti della rete. Ecco quindi che Google ha saputo ideare e sfruttare bene questo modo di agire.
Anche la mia vita predilige un po’ il caos. Esempi? Sulla mia scrivania vige la legge del caos ordinato: se mia madre mette in ordine non riconosco più niente e son costretto a ricreare il caos! XD
P.S. professore spero ci mostri presto una foto della macchina trova-marmellate! La sua esistenza era per e un vero mistero fino a poco fa! XD
Per la serie “le idee migliori sono sempre le più semplici” ecco uscire dal magico cilindro del web Delicious, ovvero un noto servizio web per la gestione dei bookmarks. Il suggerimento del professore credo mi sarà molto utile anche perché cerco sempre di trovare sul web ciò che mi interessa nel minor tempo possibile. I preferiti del proprio browser sono diventati essenziali per me ogni giorno e, per risparmiare tempo e non dover attendere (sì odio le attese XD ), sono solito “stressare” il PC ed aprire tutti i link in un solo click in più schede. Certamente non posso portare i miei link preferiti ed utili in una valigetta ovunque sia. Ecco che Delicious risponde esattamente a questa esigenza (visitate anche il mio potreste trovare qualcosa di utile! ). Inoltre conferma che il personal computer sta per dimenticare la sua “P”: non si ha più bisogno del nostro fisico rettangolo di metallo, ma il web registra tutto quello che vogliamo per mettercelo a disposizione da qualunque portale internet cogliamo. A questo punto rimane solo la pigrizia come unica preoccupazione! :P
Mentre leggevo le riflessioni del professore e coglievo il messaggio che voleva indirizzare a noi tutti, il mio sguardo è tornato rapidamente al titolo iniziale “ormai il computer è là fuori” . Mi perdonerà il prof se mi permetto di dissentire, ma credo che ormai il computer sia totalmente scomparso o, per meglio dire, è sparita la vecchia concezione che avevamo di esso: PC = Personal computer. Di sicuro quella P è crollata in quanto ormai le informazioni sulla rete sono sempre meno “personal” ed anzi siamo noi a voler rendere tutto meno personale ed invisibile su internet (ed è un bene per la libertà di espressione, peccato che è insito nella natura umana esagerare …).
Insomma l’entità fisica fatta di chips e transistor è stata soppiantata ed adesso là fuori ma anche den nostre case abbiamo solamente “portali” per accedere ad un nuovo mondo virtuale. Siamo passati da “ho bisogno di un PC” a “ho bisogno di Internet”. Ecco quindi che le esigenze cambiano, non servono più aggeggi iper-potenti e spaziosi, ma un semplice netbook (che spero anch’io di ricevere gratis in qualche inutile congresso … anzi professore se ha bisogno di compagnia :P ) rappresenta il portale efficace e veloce per accedere al mondo virtuale. Ma anche un cellulare è utile allo scopo. Insomma la tecnologia sta cambiando e “Oggi il software si trova in rete. I dati si memorizzano in rete. La quantità e la qualità di questo genere di servizi sta crescendo esponenzialmente e non costano nulla o costano pochissimo”.
Sembrerà banale ed infantile, ma anche il modo di giocare a computer si sta evolvendo. Prima i ragazzi cercavano prestazioni sempre più elevate per giochi sempre più realistici, ma che prevedevano comunque una semplice “comunicazione” schermo-proprietario. Adesso i giochi online e soprattutto i cosiddetti MMORPG come World of Warcraft, Lineage etc..(fatevi due risate su Nonciclopedia una risorsa davvero fantastica :P ) spopolano perché permettono interazioni tra giocatori. Quindi anche qui lo schermo, il PC, la grafica non sono altro che un portale di riconoscimento per gli altri.
Che alla fine si decida di “uppare” la nostra vita direttamente sul mondo virtuale? Per ora la mia risposta è un bel prato all’aperto, erba fresca e un pallone trai piedi :)
Torno finalmente a battere le dita sulla tastiera pronto a portare nuove notizie e riflessioni all'attenzione di tutti!
Quest’oggi però direi piuttosto che voglio parlarvi di notizie vecchie ihihih. Proprio così è arrivato giustamente il momento di recuperare il tempo perso con gli assignment!
Ringrazio innanzitutto il professore che, tra impegni e pressioni di cui la vita di tutti i giorni ci carica, ci permette di seguire con calma tutti i suoi spunti di riflessione, alimentando (ahimè XD ) la mia pigrizia, ma nello stesso tempo consentendomi di leggere con attenzione tutto ciò che ci propone e non solamente scorrendo velocemente le pagine.
Come sempre il “voler fare” è molto più efficace del “dover fare”.
Ho deciso di ripartire dall’inizio non limitandomi ad eseguire l’aggiunta di un feed, ma soffermandomi sul pensiero di Paul Gillin citato dal professore:
“il 95% dei giornali americani convenzionali spariranno e sulle ceneri di questo disastro economico risorgerà un nuovo tipo di giornalismo nel quale l’aggregazione da fonti di notizie plurime e i contenuti generati dai lettori medesimi giocherannno un ruolo primario”
Devo ammettere che sono un po’ rabbrividito: premettendo che la libertà di parola ed espressione è uno dei tesori più grande e dei sogni più belli che il mondo intero ha il dovere di portare avanti, e che quindi coinvolgere nella creazione di contenuti giornalistici anche i lettori stessi sia una idea moderna ed importante, il solo pensare a far sparire i giornali convenzionali mi fa accapponare la pelle!
Eppure sono crescito nella generazione del PC, di Internet, dell’informazione facile e veloce, ma il piacere di sedersi, aprire un giornale cartaceo e sentire il fruscio della carta ad ogni cambio pagina è impagabile.
Okey, posso non sopportare il dover spendere quotidianamente, o l’annegare tra le enormi pagine dei quotidiani nel tentativo di svoltare pagina, ma la carta sembra sempre regalarmi un contatto più diretto con la notizia come se potessi dialogare con l’autore dell’articolo… al contrario di uno schermo illuminato capace solo di regalarmi frequenti emicranee!
Capisco che il mondo è sempre più frenetico e necessita di velocità e comunicazione globale per rispondere al meglio alle esigenze di tutti, ma non facciamo sparire le vecchie abitudini del passato: almeno loro ci ricordano, anche se per poco, che la vita può essere affrontata con calma e semplicità…
Quest’oggi però direi piuttosto che voglio parlarvi di notizie vecchie ihihih. Proprio così è arrivato giustamente il momento di recuperare il tempo perso con gli assignment!
Ringrazio innanzitutto il professore che, tra impegni e pressioni di cui la vita di tutti i giorni ci carica, ci permette di seguire con calma tutti i suoi spunti di riflessione, alimentando (ahimè XD ) la mia pigrizia, ma nello stesso tempo consentendomi di leggere con attenzione tutto ciò che ci propone e non solamente scorrendo velocemente le pagine.
Come sempre il “voler fare” è molto più efficace del “dover fare”.
Ho deciso di ripartire dall’inizio non limitandomi ad eseguire l’aggiunta di un feed, ma soffermandomi sul pensiero di Paul Gillin citato dal professore:
“il 95% dei giornali americani convenzionali spariranno e sulle ceneri di questo disastro economico risorgerà un nuovo tipo di giornalismo nel quale l’aggregazione da fonti di notizie plurime e i contenuti generati dai lettori medesimi giocherannno un ruolo primario”
Devo ammettere che sono un po’ rabbrividito: premettendo che la libertà di parola ed espressione è uno dei tesori più grande e dei sogni più belli che il mondo intero ha il dovere di portare avanti, e che quindi coinvolgere nella creazione di contenuti giornalistici anche i lettori stessi sia una idea moderna ed importante, il solo pensare a far sparire i giornali convenzionali mi fa accapponare la pelle!
Eppure sono crescito nella generazione del PC, di Internet, dell’informazione facile e veloce, ma il piacere di sedersi, aprire un giornale cartaceo e sentire il fruscio della carta ad ogni cambio pagina è impagabile.
Okey, posso non sopportare il dover spendere quotidianamente, o l’annegare tra le enormi pagine dei quotidiani nel tentativo di svoltare pagina, ma la carta sembra sempre regalarmi un contatto più diretto con la notizia come se potessi dialogare con l’autore dell’articolo… al contrario di uno schermo illuminato capace solo di regalarmi frequenti emicranee!
Capisco che il mondo è sempre più frenetico e necessita di velocità e comunicazione globale per rispondere al meglio alle esigenze di tutti, ma non facciamo sparire le vecchie abitudini del passato: almeno loro ci ricordano, anche se per poco, che la vita può essere affrontata con calma e semplicità…
Eccomi di nuovo a riempire un po’ il mio blog ed a cercare di renderlo quanto meno leggibile per il mio folto (non direi proprio XD ) pubblico! La tosse mi accompagna da un paio di giorni, lo studio (e soprattutto il dover studiare mentre fuori il sole fa da padrone) ha ucciso definitivamente ogni parvenza di buon umore! Meno male posso ancora sfogarmi nella vita notturna mentre di giorno posso sempre aggrapparmi alla mia innata capacità di distrarmi! Ecco allora che in una delle innumerevoli pause dal libro, ho cercato un nuovo post x il blog. Mi sono guardato in giro e soffermandomi sui libri negli scaffali mi sono chiesto se ci fossero testi del passato che confermassero la mia teoria sulla superiorità della “Follia”. Ed ecco subito la scintilla: “L’elogio della follia”! Più esplicito di così ihihiih!
Si tratta di un’opera molto originale scritta da Erasmo da Rotterdam nel 1511 in cui, con toni ironici e nel contempo estremamente persuasivi, l’autore affronta l’insolito tema della Follia, per sostenere che essa sarebbe la vera dominatrice dell’intera civiltà ma anche dell’esistenza di ciascun uomo, sia egli un ecclesiastico o un laico, un saggio o un ignorante, un potente o un umile. La Follia, che viene allegoricamente rappresentata come una dea in vesti di donna, sarebbe infatti all’origine di ogni bene sia per l’umanità, sia per gli stessi dèi che riceverebbero al pari dei mortali i suoi doni: “io, io sola sono a tutti prodiga di tutto”.
Direi quindi che la storia mi sostiene nell’affermare la supremazia della Follia!
Vi lascio alcune citazioni prese dal testo che vi consiglio di leggere! Commentate ed esprimete il vostro parere :)
L'unico fatto certo è che senza il condimento della follia non può esistere piacere alcuno.
La maggior parte dell'umanità indulge alla Follia e quindi le cose peggiori incontrano sempre il massimo successo.
Ma che dolce delirio è il loro, allorché si fabbricano mondi senza fine, allorché misurano come con il pollice e con il filo, sole, luna, stelle, sfere.
Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell'uomo più passione che ragione perché fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso. Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un'eterna giovinezza.
La vita umana non è altro che un gioco della Follia.
Dopo un breve periodo di pausa causa malattia riprendo a scrivere nel blog e lo faccio purtroppo con brutte notizie. Purtroppo queste vacanze estive ci hanno privato di due volti noti della televisione nota, due pilastri dello spettacolo e dell’ironia, due uomini che meritano di essere ricordati per la loro personalità e per la passione che mettevano nel loro lavoro: il giornalista sportivo Maurizio Mosca ed il giudice Santi Licheri.
Il primo, da tempo malato, è morto all’ospedale di Pavia il 3 Aprile 2010 all’età di 69 anni. Il giudice invece, diventato popolare con la trasmissione Forum, se n’è andato il 4 Aprile a Roma a 92 anni.
Entrambi lasciano un vuoto enorme nella televisione italiana. All’apparenza due personalità diverse: uno, Maurizio, sempre pronto a tuffarsi con animo e vigore nelle discussione, difendendo strenuamente le sue opinioni, l’altro molto riservato, calmo, pacato ma professionale e risoluto in ogni sua decisione, razionale nell’applicare la legge nel migliore dei modi. Una grande ironia e simpatia univa però il loro modo di essere.
Maurizio Mosca è riuscito ad introdurre nel mondo del giornalismo sportivo una dose di vivacità e divertimento incredibile ed ha insegnato a tutti noi a ridere di sé stessi e ridere con gli altri. La passione, il gioco, la battuta sono una componente che avvicina le persone e questo anche nel rapporto tra giornalista e calciatore. Famosi i suoi motti, il suo “magico” pendolino, il suo continuo scherzare e battibeccare con giocatori e colleghi. Nello stesso tempo, il suo amore per lo sport ed in particolare per il calcio, riempiva la sua vita ed era contento di poter dedicare la sua vita al pallone.
Il giudice Santi Licheri è entrato prepotentemente nel cuore di molti spettatori. Nonostante fosse così pacato e calmo, quasi tentasse di passare inosservato, il suo spirito ironico, la sua pazienza, il suo modo di fare così pacato, hanno conquistato molti. Ha insegnato diritto a tutti noi, ma non come un diligente e pignolo professore, ma come un amabile “nonno” paziente, sereno, e con la capacità di criticarsi e ridere di sé.
Entrambi avete reso la televisione italiana più buffa e piacevole, entrambi avete insegnato molto a chi vi seguiva, entrambi meritate di non essere dimenticati. Riposate in pace.
Ecco arrivato il primo Aprile ed ecco scattare puntualmente la gara al Pesce d’Aprile più originale, più strambo ed ovviamente più subdolo! Ma a quale evento o personaggio dobbiamo l’inizio di questa tradizione? Le ipotesi sono molte, ma le certezze poche. Ecco alcune probabili spiegazioni che sono riuscito a trovare.
· Una delle ipotesi più accreditate si rifà alla riforma gregoriana del calendario. Fino al 1582, il Capodanno veniva festeggiato tra il 25 marzo e il primo aprile. A seguito della riforma da parte di Gregorio XIII, il capodanno fu spostato al primo gennaio. Non tutti però si abituarono subito al cambiamento e vennero quindi additati come gli “sciocchi d’aprile”. Da qui la burla del primo d’aprile.
· C’è poi un’altra teoria molto più antica, che ricollega l’origine della festa del pesce d’aprile a un periodo anteriore al 154 a. C. A fare da trait d’union è sempre il Capodanno: all’epoca, infatti, il primo di aprile segnava l’inizio dell’anno. E la stessa cosa avveniva nel calendario giuliano (introdotto da Giulio Cesare nel 46 ac) dove il primo di aprile indicava l’inizio del solstizio di primavera. Per festeggiare la fine dell’inverno i pagani usavano propiziare gli dei con doni e sacrifici in loro onore. La festa era anche occasione per esprimersi in massima libertà con lazzi, burle, buffonerie. Quando la chiesa soppresse la festa stabilendo l’inizio dell’anno il primo di gennaio, la vecchia tradizione continuò comunque a sopravvivere tra i pagani, che per questo venivano derisi e scherniti.
· Infine alcuni studiosi hanno cercato di far risalire l’usanza ai tempi dei Greci, intravedendo nel mito di Proserpina rapita da Plutone, cercata dalla madre e ingannata da una ninfa, l’origine del pesce d'aprile.
In Europa, i festeggiamenti del primo d’aprile diventarono usanza intorno alla fine del 1500: la Francia di re Carlo IX e la Germania degli Asburgo diedero il via. Da qui, la tradizione si diffonde poi in Inghilterra (nel XVIII secolo) e negli altri stati europei.
Sicuramente questa usanza in Italia è piuttosto recente e risale al 1860 – 1880. La prima città ad essere contagiata dalle usanze d’Oltralpe fu Genova, importante porto commerciale. La tradizione si sviluppò prima tra i ceti medio-alti, poi prese piede anche tra il resto della popolazione.
La voglia di far scherzi non sembra diminuire con gli anni, ma anzi aumenta esponenzialmente. Anche i mass media e internet vengono sempre più spesso rapiti dalla voglia di far scherzi! Ed anche questo è un modo di rompere la monotonia delle giornate e dar sfogo alla vena folle che è in noi! Ecco quindi che per il 2010 anche Youtube si è adeguato! ihihihi avete notato la scritta sotto i video? :p
Voglio dedicare questo nuovo post al film uscito da non molto nelle sale “Alice in Wonderland”. L’impostazione e gli slogan del film si sposano molto bene con l’argomento scelto per il mio blog.
Infatti perno centrale del film è la frase “Tutti i migliori sono matti”: il padre di Alice la sussurrava alla sua bimba per tranqilizzarla dai frequenti incubi che aveva, e così dopo 6 anni, una Alice ormai avviata a diventare una donna ma insoddisfatta di ciò, ne riscopre il significato profondo nel rapporto col Cappellaio Matto.
Cominciamo dalle critiche… ebbene sì non mi è piaciuto molto, o meglio non ha soddisfatto la grande attesa che aveva creato. Mi aspettavo qualcosa di più innovativo da Tim Burton e non sono bastate le sue peculiari atmosfere gotiche a creare l’atmosfera giusta. Un 3D piuttosto approssimato e mal curato non ha certo aiutato. Inoltre la trama appare fin da subito piuttosto canonica e scontata tanto da non lasciar spazio ad eventuali sorprese o colpi di scena.
Tutto è già segnato nel Sottomondo, la nuova avventura serve però ad Alice per rivoluzionare il suo destino nel mondo di sopra. Lei, destinata a sposare un lord inguardabile, troverà il coraggio per ribellarsi e costruirsi una vita diversa e più vera.
La produzione è sempre Disney ma siamo totalmente da un'altra parte rispetto al cartone animato del 1951. Benchè la storia ancora una volta mescoli elementi dai due libri di Lewis Carrol: "Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie" e "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò", il mix è inedito. Una Alice diciannovenne (che da 13 anni continua a sognare il Sottomondo) finisce nuovamente per seguire il Bianconiglio nel Paese delle Meraviglie. Solo che la ragazza crede di essere in uno dei suoi incubi e scopre personaggi che pensa di aver conosciuto solo in sogno.
Si trova lì perchè la Regina Rossa regna malamente su un mondo ormai devastato ed il cartiglio in cui è scritto passato e futuro, narra che sarà proprio Alice a sconfiggere il Ciciarampa e la regina.
In pratica si trova lì per compiere il destino scritto, così nè lei, nè gli altri personaggi hanno spazio di manovra. Allo spettatore non resta che concentrarsi sulle ricostruzioni sceniche molto suggestive di Tim Burton ed aggrapparsi al cast di attori che il film offre.
Si trova lì perchè la Regina Rossa regna malamente su un mondo ormai devastato ed il cartiglio in cui è scritto passato e futuro, narra che sarà proprio Alice a sconfiggere il Ciciarampa e la regina.
In pratica si trova lì per compiere il destino scritto, così nè lei, nè gli altri personaggi hanno spazio di manovra. Allo spettatore non resta che concentrarsi sulle ricostruzioni sceniche molto suggestive di Tim Burton ed aggrapparsi al cast di attori che il film offre.
Altra nota positiva sono le molte frasi e slogan del film che il pubblico apprezza e ricorda volentieri.
Per questo ne riporto una piccola carrellata :)
È impossibile... (Alice / Mia Wasikowska):
Solo se pensi che lo sia (Il Cappellaio Matto)
C'è un posto che non ha eguali sulla terra...
Questo luogo è un luogo unico al mondo, una terra colma di meraviglie mistero e pericolo.
Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti come un cappellaio.
E per fortuna... io lo sono.
Solo se pensi che lo sia (Il Cappellaio Matto)
C'è un posto che non ha eguali sulla terra...
Questo luogo è un luogo unico al mondo, una terra colma di meraviglie mistero e pericolo.
Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti come un cappellaio.
E per fortuna... io lo sono.
(Il Cappellaio Matto)
Tagliatele la testa!!!
Tagliatele la testa!!!
(Regina Rossa)
Ho una malattia si chiama fantasia porta quasi all’eresia è considerata pazzia…
(Il Cappellaio Matto)
La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!
(Il Cappellaio Matto)
Il tempo si è offeso e si è fermato, da allora più neanche un ticchettio.
Ho una malattia si chiama fantasia porta quasi all’eresia è considerata pazzia…
(Il Cappellaio Matto)
La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità!
(Il Cappellaio Matto)
Il tempo si è offeso e si è fermato, da allora più neanche un ticchettio.
(Il Cappellaio Matto)
Ti svelo un segreto: tutti i migliori sono matti.
Ti svelo un segreto: tutti i migliori sono matti.
(Alice)
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