Mentre leggevo le riflessioni del professore e coglievo il messaggio che voleva indirizzare a noi tutti, il mio sguardo è tornato rapidamente al titolo iniziale “ormai il computer è là fuori” . Mi perdonerà il prof se mi permetto di dissentire, ma credo che ormai il computer sia totalmente scomparso o, per meglio dire, è sparita la vecchia concezione che avevamo di esso: PC = Personal computer. Di sicuro quella P è crollata in quanto ormai le informazioni sulla rete sono sempre meno “personal” ed anzi siamo noi a voler rendere tutto meno personale ed invisibile su internet (ed è un bene per la libertà di espressione, peccato che è insito nella natura umana esagerare …).
Insomma l’entità fisica fatta di chips e transistor è stata soppiantata ed adesso là fuori ma anche den nostre case abbiamo solamente “portali” per accedere ad un nuovo mondo virtuale. Siamo passati da “ho bisogno di un PC” a “ho bisogno di Internet”. Ecco quindi che le esigenze cambiano, non servono più aggeggi iper-potenti e spaziosi, ma un semplice netbook (che spero anch’io di ricevere gratis in qualche inutile congresso … anzi professore se ha bisogno di compagnia :P ) rappresenta il portale efficace e veloce per accedere al mondo virtuale. Ma anche un cellulare è utile allo scopo. Insomma la tecnologia sta cambiando e “Oggi il software si trova in rete. I dati si memorizzano in rete. La quantità e la qualità di questo genere di servizi sta crescendo esponenzialmente e non costano nulla o costano pochissimo”.
Sembrerà banale ed infantile, ma anche il modo di giocare a computer si sta evolvendo. Prima i ragazzi cercavano prestazioni sempre più elevate per giochi sempre più realistici, ma che prevedevano comunque una semplice “comunicazione” schermo-proprietario. Adesso i giochi online e soprattutto i cosiddetti MMORPG come World of Warcraft, Lineage etc..(fatevi due risate su Nonciclopedia una risorsa davvero fantastica :P ) spopolano perché permettono interazioni tra giocatori. Quindi anche qui lo schermo, il PC, la grafica non sono altro che un portale di riconoscimento per gli altri.
Che alla fine si decida di “uppare” la nostra vita direttamente sul mondo virtuale? Per ora la mia risposta è un bel prato all’aperto, erba fresca e un pallone trai piedi :)
Torno finalmente a battere le dita sulla tastiera pronto a portare nuove notizie e riflessioni all'attenzione di tutti!
Quest’oggi però direi piuttosto che voglio parlarvi di notizie vecchie ihihih. Proprio così è arrivato giustamente il momento di recuperare il tempo perso con gli assignment!
Ringrazio innanzitutto il professore che, tra impegni e pressioni di cui la vita di tutti i giorni ci carica, ci permette di seguire con calma tutti i suoi spunti di riflessione, alimentando (ahimè XD ) la mia pigrizia, ma nello stesso tempo consentendomi di leggere con attenzione tutto ciò che ci propone e non solamente scorrendo velocemente le pagine.
Come sempre il “voler fare” è molto più efficace del “dover fare”.
Ho deciso di ripartire dall’inizio non limitandomi ad eseguire l’aggiunta di un feed, ma soffermandomi sul pensiero di Paul Gillin citato dal professore:
“il 95% dei giornali americani convenzionali spariranno e sulle ceneri di questo disastro economico risorgerà un nuovo tipo di giornalismo nel quale l’aggregazione da fonti di notizie plurime e i contenuti generati dai lettori medesimi giocherannno un ruolo primario”
Devo ammettere che sono un po’ rabbrividito: premettendo che la libertà di parola ed espressione è uno dei tesori più grande e dei sogni più belli che il mondo intero ha il dovere di portare avanti, e che quindi coinvolgere nella creazione di contenuti giornalistici anche i lettori stessi sia una idea moderna ed importante, il solo pensare a far sparire i giornali convenzionali mi fa accapponare la pelle!
Eppure sono crescito nella generazione del PC, di Internet, dell’informazione facile e veloce, ma il piacere di sedersi, aprire un giornale cartaceo e sentire il fruscio della carta ad ogni cambio pagina è impagabile.
Okey, posso non sopportare il dover spendere quotidianamente, o l’annegare tra le enormi pagine dei quotidiani nel tentativo di svoltare pagina, ma la carta sembra sempre regalarmi un contatto più diretto con la notizia come se potessi dialogare con l’autore dell’articolo… al contrario di uno schermo illuminato capace solo di regalarmi frequenti emicranee!
Capisco che il mondo è sempre più frenetico e necessita di velocità e comunicazione globale per rispondere al meglio alle esigenze di tutti, ma non facciamo sparire le vecchie abitudini del passato: almeno loro ci ricordano, anche se per poco, che la vita può essere affrontata con calma e semplicità…
Quest’oggi però direi piuttosto che voglio parlarvi di notizie vecchie ihihih. Proprio così è arrivato giustamente il momento di recuperare il tempo perso con gli assignment!
Ringrazio innanzitutto il professore che, tra impegni e pressioni di cui la vita di tutti i giorni ci carica, ci permette di seguire con calma tutti i suoi spunti di riflessione, alimentando (ahimè XD ) la mia pigrizia, ma nello stesso tempo consentendomi di leggere con attenzione tutto ciò che ci propone e non solamente scorrendo velocemente le pagine.
Come sempre il “voler fare” è molto più efficace del “dover fare”.
Ho deciso di ripartire dall’inizio non limitandomi ad eseguire l’aggiunta di un feed, ma soffermandomi sul pensiero di Paul Gillin citato dal professore:
“il 95% dei giornali americani convenzionali spariranno e sulle ceneri di questo disastro economico risorgerà un nuovo tipo di giornalismo nel quale l’aggregazione da fonti di notizie plurime e i contenuti generati dai lettori medesimi giocherannno un ruolo primario”
Devo ammettere che sono un po’ rabbrividito: premettendo che la libertà di parola ed espressione è uno dei tesori più grande e dei sogni più belli che il mondo intero ha il dovere di portare avanti, e che quindi coinvolgere nella creazione di contenuti giornalistici anche i lettori stessi sia una idea moderna ed importante, il solo pensare a far sparire i giornali convenzionali mi fa accapponare la pelle!
Eppure sono crescito nella generazione del PC, di Internet, dell’informazione facile e veloce, ma il piacere di sedersi, aprire un giornale cartaceo e sentire il fruscio della carta ad ogni cambio pagina è impagabile.
Okey, posso non sopportare il dover spendere quotidianamente, o l’annegare tra le enormi pagine dei quotidiani nel tentativo di svoltare pagina, ma la carta sembra sempre regalarmi un contatto più diretto con la notizia come se potessi dialogare con l’autore dell’articolo… al contrario di uno schermo illuminato capace solo di regalarmi frequenti emicranee!
Capisco che il mondo è sempre più frenetico e necessita di velocità e comunicazione globale per rispondere al meglio alle esigenze di tutti, ma non facciamo sparire le vecchie abitudini del passato: almeno loro ci ricordano, anche se per poco, che la vita può essere affrontata con calma e semplicità…
Eccomi di nuovo a riempire un po’ il mio blog ed a cercare di renderlo quanto meno leggibile per il mio folto (non direi proprio XD ) pubblico! La tosse mi accompagna da un paio di giorni, lo studio (e soprattutto il dover studiare mentre fuori il sole fa da padrone) ha ucciso definitivamente ogni parvenza di buon umore! Meno male posso ancora sfogarmi nella vita notturna mentre di giorno posso sempre aggrapparmi alla mia innata capacità di distrarmi! Ecco allora che in una delle innumerevoli pause dal libro, ho cercato un nuovo post x il blog. Mi sono guardato in giro e soffermandomi sui libri negli scaffali mi sono chiesto se ci fossero testi del passato che confermassero la mia teoria sulla superiorità della “Follia”. Ed ecco subito la scintilla: “L’elogio della follia”! Più esplicito di così ihihiih!
Si tratta di un’opera molto originale scritta da Erasmo da Rotterdam nel 1511 in cui, con toni ironici e nel contempo estremamente persuasivi, l’autore affronta l’insolito tema della Follia, per sostenere che essa sarebbe la vera dominatrice dell’intera civiltà ma anche dell’esistenza di ciascun uomo, sia egli un ecclesiastico o un laico, un saggio o un ignorante, un potente o un umile. La Follia, che viene allegoricamente rappresentata come una dea in vesti di donna, sarebbe infatti all’origine di ogni bene sia per l’umanità, sia per gli stessi dèi che riceverebbero al pari dei mortali i suoi doni: “io, io sola sono a tutti prodiga di tutto”.
Direi quindi che la storia mi sostiene nell’affermare la supremazia della Follia!
Vi lascio alcune citazioni prese dal testo che vi consiglio di leggere! Commentate ed esprimete il vostro parere :)
L'unico fatto certo è che senza il condimento della follia non può esistere piacere alcuno.
La maggior parte dell'umanità indulge alla Follia e quindi le cose peggiori incontrano sempre il massimo successo.
Ma che dolce delirio è il loro, allorché si fabbricano mondi senza fine, allorché misurano come con il pollice e con il filo, sole, luna, stelle, sfere.
Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell'uomo più passione che ragione perché fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso. Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un'eterna giovinezza.
La vita umana non è altro che un gioco della Follia.
Dopo un breve periodo di pausa causa malattia riprendo a scrivere nel blog e lo faccio purtroppo con brutte notizie. Purtroppo queste vacanze estive ci hanno privato di due volti noti della televisione nota, due pilastri dello spettacolo e dell’ironia, due uomini che meritano di essere ricordati per la loro personalità e per la passione che mettevano nel loro lavoro: il giornalista sportivo Maurizio Mosca ed il giudice Santi Licheri.
Il primo, da tempo malato, è morto all’ospedale di Pavia il 3 Aprile 2010 all’età di 69 anni. Il giudice invece, diventato popolare con la trasmissione Forum, se n’è andato il 4 Aprile a Roma a 92 anni.
Entrambi lasciano un vuoto enorme nella televisione italiana. All’apparenza due personalità diverse: uno, Maurizio, sempre pronto a tuffarsi con animo e vigore nelle discussione, difendendo strenuamente le sue opinioni, l’altro molto riservato, calmo, pacato ma professionale e risoluto in ogni sua decisione, razionale nell’applicare la legge nel migliore dei modi. Una grande ironia e simpatia univa però il loro modo di essere.
Maurizio Mosca è riuscito ad introdurre nel mondo del giornalismo sportivo una dose di vivacità e divertimento incredibile ed ha insegnato a tutti noi a ridere di sé stessi e ridere con gli altri. La passione, il gioco, la battuta sono una componente che avvicina le persone e questo anche nel rapporto tra giornalista e calciatore. Famosi i suoi motti, il suo “magico” pendolino, il suo continuo scherzare e battibeccare con giocatori e colleghi. Nello stesso tempo, il suo amore per lo sport ed in particolare per il calcio, riempiva la sua vita ed era contento di poter dedicare la sua vita al pallone.
Il giudice Santi Licheri è entrato prepotentemente nel cuore di molti spettatori. Nonostante fosse così pacato e calmo, quasi tentasse di passare inosservato, il suo spirito ironico, la sua pazienza, il suo modo di fare così pacato, hanno conquistato molti. Ha insegnato diritto a tutti noi, ma non come un diligente e pignolo professore, ma come un amabile “nonno” paziente, sereno, e con la capacità di criticarsi e ridere di sé.
Entrambi avete reso la televisione italiana più buffa e piacevole, entrambi avete insegnato molto a chi vi seguiva, entrambi meritate di non essere dimenticati. Riposate in pace.
Ecco arrivato il primo Aprile ed ecco scattare puntualmente la gara al Pesce d’Aprile più originale, più strambo ed ovviamente più subdolo! Ma a quale evento o personaggio dobbiamo l’inizio di questa tradizione? Le ipotesi sono molte, ma le certezze poche. Ecco alcune probabili spiegazioni che sono riuscito a trovare.
· Una delle ipotesi più accreditate si rifà alla riforma gregoriana del calendario. Fino al 1582, il Capodanno veniva festeggiato tra il 25 marzo e il primo aprile. A seguito della riforma da parte di Gregorio XIII, il capodanno fu spostato al primo gennaio. Non tutti però si abituarono subito al cambiamento e vennero quindi additati come gli “sciocchi d’aprile”. Da qui la burla del primo d’aprile.
· C’è poi un’altra teoria molto più antica, che ricollega l’origine della festa del pesce d’aprile a un periodo anteriore al 154 a. C. A fare da trait d’union è sempre il Capodanno: all’epoca, infatti, il primo di aprile segnava l’inizio dell’anno. E la stessa cosa avveniva nel calendario giuliano (introdotto da Giulio Cesare nel 46 ac) dove il primo di aprile indicava l’inizio del solstizio di primavera. Per festeggiare la fine dell’inverno i pagani usavano propiziare gli dei con doni e sacrifici in loro onore. La festa era anche occasione per esprimersi in massima libertà con lazzi, burle, buffonerie. Quando la chiesa soppresse la festa stabilendo l’inizio dell’anno il primo di gennaio, la vecchia tradizione continuò comunque a sopravvivere tra i pagani, che per questo venivano derisi e scherniti.
· Infine alcuni studiosi hanno cercato di far risalire l’usanza ai tempi dei Greci, intravedendo nel mito di Proserpina rapita da Plutone, cercata dalla madre e ingannata da una ninfa, l’origine del pesce d'aprile.
In Europa, i festeggiamenti del primo d’aprile diventarono usanza intorno alla fine del 1500: la Francia di re Carlo IX e la Germania degli Asburgo diedero il via. Da qui, la tradizione si diffonde poi in Inghilterra (nel XVIII secolo) e negli altri stati europei.
Sicuramente questa usanza in Italia è piuttosto recente e risale al 1860 – 1880. La prima città ad essere contagiata dalle usanze d’Oltralpe fu Genova, importante porto commerciale. La tradizione si sviluppò prima tra i ceti medio-alti, poi prese piede anche tra il resto della popolazione.
La voglia di far scherzi non sembra diminuire con gli anni, ma anzi aumenta esponenzialmente. Anche i mass media e internet vengono sempre più spesso rapiti dalla voglia di far scherzi! Ed anche questo è un modo di rompere la monotonia delle giornate e dar sfogo alla vena folle che è in noi! Ecco quindi che per il 2010 anche Youtube si è adeguato! ihihihi avete notato la scritta sotto i video? :p